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Quindici sindaci alla guida della città

Quindici sono i sindaci che si sono insediati a Palazzo Civico dal dopoguerra ad oggi, alcuni eletti per più mandati, individuati con sistemi elettorali differenti ed appartenenti a partiti o schieramenti diversi. 
Saluzzo è stata liberata il 27 aprile 1945 e due giorni dopo, il 29, alle 9 del mattino, si riunisce in Municipio, il Comitato di Liberazione Nazionale, che “ha assunto tutti i poteri pubblici della Città” (ne fanno parte gli avvocati Giovanni Battista Fillia ed Emilio Villa, rispettivamente in rappresentanza del Partito Liberale e della Democrazia Cristiana; il geometra Amilcare Ambrogio, per il Partito d’Azione; il cavalier Alfredo Clara, per il Partito Socialista; Alessandro Beltrando, per il Partito Comunista), si riunisce per eleggere il primo sindaco della città liberata. La scelta cade unanimemente sulla figura dell’avvocato liberale Vittorio Isasca, “discendente da integerrima ed illustre famiglia Saluzzese, già solerte amministratore del Comune ante 1922”. 
Qualche giorno dopo, il libraio democristiano Mario Bovo verrà nominato come vicesindaco. 
Dal giugno 1945, l’organismo sarà affiancato da un consiglio comunale provvisorio, composto da trentadue persone di diversa appartenenza e non elettivo. 
Le prime elezioni si svolgeranno il 7 aprile 1946, con il sistema maggioritario. Il consiglio comunale, composto da trenta persone, elegge il sindaco e la giunta: alla carica di primo cittadino è chiamato l’avvocato democristiano Emilio Villa, mentre la giunta è formata da esponenti democristiani, del partito dei contadini ed indipendenti. 
Alle successive elezioni del 10 giugno 1951, viene eletto un consiglio che riconferma Villa alla carica di primo cittadino, mentre la giunta è un monocolore democristiano. 
Il 27 maggio 1956, i saluzzesi vanno alle urne per rinnovare il consiglio comunale per la terza volta; il sistema elettorale è proporzionale e non più maggioritario: sindaco e giunta sono espressione di una coalizione. È in quell’anno che si forma la cosiddetta “giunta laica”, composta da liberali, socialdemocratici e socialisti, con l’appoggio esterno dei due consiglieri comunisti (un esperimento politico partitico inedito, soprattutto per quell’epoca), mentre i democristiani finiscono all’opposizione. A guidare questa giunta è il liberale Aldo Ruata. 
Alla successiva tornata elettorale del 6 novembre 1960, viene eletto un consiglio comunale che esprime una maggioranza formata da democristiani e socialdemocratici; alla carica di sindaco, viene eletto il deputato democristiano, Armando Sabatini, il quale si dimette prima della scadenza del mandato e nel febbraio 1964 gli succede Lorenzo Burzio. 
Sarà lo stesso Burzio a guidare, come sindaco, una giunta di centrosinistra (a cui prendono parte democristiani, socialisti e socialdemocratici), espressione della maggioranza formatasi nel consiglio comunale scaturito dalle elezioni del 22 novembre 1964. 
Ancora una giunta di centrosinistra, formata però soltanto da democristiani e socialisti, amministrerà la città, dopo le elezioni del 7 giugno 1970. A sindaco è eletto il democristiano Giorgio Gerbotto. 
Cambia lo scenario, dopo la consultazione elettorale del 15 giugno 1975, in giunta al posto dei socialisti entrano i socialdemocratici e sindaco viene eletto il democristiano Michelino Culasso che si dimette dopo pochi mesi ed al suo posto subentra Franco Lovera, anche lui democristiano.
Dopo le elezioni delll’8 giugno 1980, la giunta diventa tripartita (ai democristiani ed ai socialdemocratici si aggiungono i liberali); alla guida dell’esecutivo viene confermato Lovera. 
Il quadro politico non cambia neanche dopo le elezioni dell’11 maggio 1985; varia però, nel corso del quinquennio, il vertice del municipio: infatti, sindaco viene rieletto Lovera che si dimetterà nel dicembre dello stesso anno; gli subentra un suo collega di partito: Stefano Quaglia che resta in carico fino al marzo 1988; dopo le sue dimissioni, la maggioranza, elegge a sindaco, Marco Piccat, anche lui democristiano. 
Piccat è riconfermato, dopo le elezioni del 6 maggio 1990 e guida sempre una giunta tripartita. Nel febbraio 1993, lascia per far posto ad un altro democristiano: Enrico Cornaglia. Quest’ultimo si dimette lo stesso giorno in cui il Prefetto di Cuneo ne decreta la sospensione dall’incarico per una vicenda giudiziaria. Gli subentra il repubblicano Roberto Reali, che decreta così anche l’allargamento della maggioranza. 
Si giunge alle elezioni del 7 maggio 1995, le prime con il nuovo sistema elettorale che prevede l’elezione diretta del sindaco ed il ritorno al maggioritario nonché il dimezzamento del numero dei consiglieri comunali. Vince le elezioni Giovanni Greco, alla testa di una formazione denominata “Polo Popolare”. 
La successiva tornata elettorale sancisce l’affermazione, al ballottaggio, della coalizione centrista guidata dal sindaco, Stefano Quaglia. 
Sempre al ballottaggio si afferma, alle elezioni del giugno 2004, lo schieramento di centrosinistra, capeggiato dal sindaco Paolo Allemano. 
Lo stesso Allemano viene riconfermato nella successiva tornata elettorale del giugno 2009. 
È ancora il centrosinistra ad affermarsi alla consultazione del 25 maggio 2014 che sanciscono l’elezione a sindaco di Mauro Calderoni. 
Ora la parola agli elettori, domenica 26 maggio, per poter anche continuare il nostro racconto.