Saluzzo: Il 23 gennaio si celebra la Giornata della Parola

Al centro dell'agire ci sia la testimonianza

Un’idea recente di Papa Francesco.
Nel settembre 2019, con la lettera “Aperuit illis”, Papa Francesco istituiva la nuova Domenica della Parola di Dio nella terza domenica del tempo ordinario.
Come scrisse allora il Papa «il giorno dedicato alla Bibbia vuole essere non “una volta all’anno”, ma una volta per tutto l’anno, perché abbiamo urgente necessità di diventare familiari e intimi della Sacra Scrittura e del Risorto, che non cessa di spezzare la Parola e il Pane nella comunità dei credenti». Il senso di questa domenica non è tanto dunque porre dei gesti eccezionali, quanto piuttosto far brillare in qualche modo quanto l’ascolto della Parola sia essenziale per un’esperienza credente.
Davvero servono queste giornate?
Essendo una giornata nuova, occorre creatività e fantasia perché possa essere utile. Aggiungerei che occorre anche pazienza: non bisogna stupirci se ancora questa proposta non ha portato effetto.
Si potrebbe obiettare che l’ennesimo inserimento di una domenica tematica continua ad appesantire un anno liturgico ricco già di suo, che richiede di esser lasciato funzionare secondo i suoi codici.
Il tema annuale
In Italia, l’accento proprio di questa giornata nel 2022 sarà sul tema della testimonianza. Nel lungo tempo pandemico che stiamo vivendo, il titolo scelto aiuta a notare quanto la Parola non chieda attività o programmi.
«La Sacra Scrittura presenta una ricchissima galleria di testimoni di fede: persone vere, segnate dalla fatica di credere, che però hanno vissuto fino in fondo il proprio rapporto con il Signore», si dice nella presentazione del sussidio preparato dalla CEI.
In questo strumento si suggerisce anche una sobria animazione liturgica della messa: una processione con l’Evangeliario, con i lettori che vi prenderanno parte, invitando a decorare l’ambone con fiori e lumi più curati del solito; un’orazione che preceda la proclamazione della prima lettura, la benedizione con l’Evangeliario dopo il Vangelo ed il suggerimento di declinare la preghiera dei fedeli su questo soggetto. La questione di fondo però è affidata alla riflessione della comunità ed è relativa a come permettere alla Parola di raggiungerci davvero.
Senza testimoni il libro resta suggellato
Dopo il Concilio, notevole è stato lo sforzo per riaprire il tesoro della Scrittura. Non mancano, sicuramente anche tra i lettori di questo articolo, coloro che, con buona volontà, si sono proposti almeno una volta di leggere tutta la Bibbia.
A parte la complessità e ampiezza dei testi, l’impresa non riesce quasi mai, perché la Scrittura resta sigillata senza “un testimone”, qualcuno che ne sciolga la bellezza e vitalità. Siamo grati a chi si dedica allo studio e alla meditazione dei testi, ma il servizio più prezioso è quello di chi ci ha guidato e ci guida a gustarne l’attualità, la vita d’amore che in essa può raggiungerci.