Fermo immagine di Alberto Abbà

Come quando fuori piove

Il tavolo è rotondo e di cemento e sotto dorme un pozzo asciutto. Quattro vecchietti se ne stanno seduti intorno, le due donne sulle sedie e i due uomini sul muretto laterale che per ammorbidirne la seduta ci mettono sopra i cuscini del dondolo. E’ un giovedì, di quelli che portano all’estate ed è giorno di casa in collina e pranzo all’aperto.
Una vite di uva fragola che si arrampica sul pergolato garantisce ombra e riparo dal sole.
Due fratelli che hanno sposato due sorelle, nella condivisione, non solo promessa, di un’intera vita insieme. Ma quando si gioca a carte o a bocce nessuna pietà. A tresette è una sfida tutti contro tutti e il premio è semplice presa in giro di giornata. 
Teresa si agita a seconda delle carte che ha in mano e lo si capisce bene dalle smorfie del viso e dalle labbra morsicate. Pina succhia una caramella digestiva e recita rime e proverbi coerenti con il seme che getta in tavola “cuore, chi ammazza muore”. 
Romano porta un cappello di paglia e gioca con uno stecchino fra i denti e dagli occhi chiusi a metà pare abbia voglia di farsi un pisolino. Paolo fuma il toscanello, non sempre acceso e tiene a portata di mano un bicchiere di vino rosso. La lingua ufficiale è il dialetto.
è una partita eterna che dura da sempre e che continua. 
Fra discussioni su chi è più fortunato e i “se solo tu avessi le mie carte e io le tue”.
Ad ogni giro di mano cambia il punteggio segnato sulla pagina di una vecchia agenda di banca, in cui le quattro iniziali dei nomi sono separate da una linea storta verticale.
La partita non ha fine nei ricordi e se ti concentri li vedi ancora lì seduti e ne senti le voci.
è nostalgia che prende la forma di un sorriso accennato e di occhi che brillano ed è una sensazione calda di un tempo e di un luogo sicuro e protetto, di come quando fuori piove…
albiabba@libero.it