4 chiacchiere dal barbiere di Danilo Girello

“NON C’E’ NIENTE DI PIU’ DOLCE DI UNA TAZZA DI CAFFE AMARO’’ (Rian Aditia)


Ho iniziato a prendere il caffè verso i 40 anni, prima non avevo l’abitudine, poi per fare compagnia al cliente di turno mi sono avvicinato a questo piacevole rito e solo adesso posso rammaricarmi del tempo che ho perduto. Essendo una bevanda energizzante è saggio non abusarne, dose giornaliera consigliata massimo tre tazzine.
A mio modo di vedere il migliore della giornata, è quello delle 10: pausa caffè, break, più lo mandi giù e più ti tira su, chiamatelo come volete, ma è energia pura per corpo e anima.  Io lo preferisco zuccherato, a volte macchiato, ma come ben sanno i baristi che con pazienza accontentano le nostre strane richieste, lo si può gustare in infinite varianti a seconda del luogo in cui viene servito. Motivo per cui è affascinante girovagare per i caffè storici della nostra bell’Italia: al Bicerin di Torino con un cremino e un gianduiotto, caffè nocciola con sfogliatella calda al Gambrinus a Napoli, primo premio per il caffè al pistacchio di U Bar du marinaru nel porto di Favignana e da non perdersi alla Pasticceria Arione di Cuneo abbinato ai cuneesi al rum apprezzati persino da Ernest Hemingway! Di tutti i bar della mia città Saluzzo non ne citerò nessuno, perché vista la professionalità e la gentilezza di tutti, l’elenco sarebbe troppo lungo. 
Spero di vedervi presto dinanzi a una tazzina di “oro nero” regalandovi questa grande verità attribuita al filosofo Michail Bakunin  “il caffè per essere buono deve essere nero come la notte, caldo come l’ inferno, dolce come l’amore”.