In salute di Cristina Bosco

Dottore, non ci vedo?

Il distacco della retina è una delle più serie emergenze che riguardano l’occhio. Si verifica quando uno strato della retina, la neuroretina (costituita dai fotorecettori e tutte le cellule nervose che permettono la trasmissione del segnale visivo) si separa dal sottostante epitelio pigmentato, trascinando con sé i vasi sanguigni che alimentano di ossigeno e nutrienti l’occhio. 
Clinicamente può essere classificato in tre tipi in base alla causa: il distacco regmatogeno, il più frequente che ha origine da una rottura nella retina che consente l’ingresso di liquido nello spazio sottoretinico; il distacco trazionale provocato dalla formazione di membrane sulla superficie retinica che creano una trazione che solleva la retina; il distacco essudativo, determinato dalla presenza d’infiammazione che formano dei liquidi subito sotto la retina. 
Il distacco ha un’incidenza di 1:10000 abitanti per anno senza predilezione di sesso e nel 10% dei casi è bilaterale. Dopo appena 48 ore dal distacco inizia la morte delle cellule e questo provoca la perdita progressiva della vista specie se la porzione di retina distaccata è quella centrale. 
I fattori predisponenti sono la miopia, l’età superiore ai 50 anni, pregressi interventi chirurgici oculari e traumi. I sintomi che precedono l’insorgenza della patologia sono fotopsia (flash luminosi) e miodesopsie (macchie scure mobili con movimenti oculari), mentre i sintomi del distacco di retina sono la comparsa di una “tenda scura” che riduce il campo visivo e compromette la visione. Di conseguenza la visione di corpi scuri e lampi di luce deve allarmare il paziente e spingerlo a sottoporsi al più presto ad una visita oculistica. 
La miglior prevenzione consiste proprio nel riconoscere i sintomi e in controlli della vista periodici. 
Per quanto riguarda la terapia invece, essa è esclusivamente chirurgica e di competenza dello specialista oculista. Per approfondimenti consultate il sito www.accademiadimedicina.unito.it.