In salute di Cristina Bosco

Dottore, il soffio al cuore è preoccupante?

In alcune circostanze il cardiologo, con il fonendoscopio, riesce a sentire il suono del passaggio del sangue dal cuore alle arterie, cioè un soffio.
Nella maggior parte dei casi si tratta di una manifestazione benigna e innocente in cuori sani, ma in alcune particolari condizioni il soffio al cuore può anche rivelarsi segno di una malattia cardiaca (stenosi o insufficienze valvolari, difetti cardiaci, dilatazioni vascolari) o extracardiaca (anemia, ipertiroidismo o febbri alte), dalla gravità variabile a seconda del caso. Un soffio innocente non può mai evolvere in un soffio patologico.
Il soffio al cuore innocente si manifesta nei bambini e nei neonati con percentuali che si aggirano fra il 50 e il 60 per cento. Nella totalità dei casi non dà disturbi o sintomi e in alcuni soggetti tende a scomparire del tutto con il passare degli anni. Se invece il soggetto ha sintomi come fiato corto, sudorazione profusa, dolori al petto, vertigini, colorazione tendente al blu della pelle, della dita e delle labbra, è bene rivolgersi quanto prima a un medico specialista, in quanto il soffio potrebbe essere la spia della presenza di patologie più gravi.
Quando si sospetta che il soffio si associ ad una patologia cardiaca, sono necessari alcuni accertamenti come l’esecuzione di un elettrocardiogramma e un’ecocardiografia, che grazie agli ultrasuoni permette di valutare con precisione la morfologia e la funzionalità delle valvole cardiache. 
Nel caso in cui una persona con un soffio cardiaco non mostri alcuna alterazione agli accertamenti cardiologici eseguiti, si conferma la condizione di soffio innocente e non saranno necessari ulteriori approfondimenti o particolari accorgimenti; mentre qualora vengano identificate delle cardiopatie, sarà necessario eseguire una valutazione cardiologica specialistica ed eventuali interventi specifici oltre a limitazioni all’attività sportiva agonistica.