Parole da conservare di Cetta Berardo

Poesia

Ed è subito poesia, chiosando il verso di Quasimodo: il ventun marzo, data che segna l’inizio della primavera, è stata la giornata mondiale della poesia. 
Genere non molto amato dai lettori, poco commerciabile, relegato secondo alcuni ad una nicchia di amanti della letteratura, si scopre invece che su TikTok, l’hastag #poesia conta cinque miliardi di visualizzazioni. I giovani veicolano poesia, contro i pronostici dei seniores, postano sui social liriche di Catullo, Leopardi, Montale, senza nessun orpello retorico, senza commenti stucchevoli. 
Per quale motivo? Perché la poesia da sempre è un rifugio contro il male di vivere, quello che gli adolescenti e i giovani di oggi hanno.
Ma possiamo aggiungere Alceo, Saffo, Ungaretti, Antonia Pozzi, Marina Cvetaeva,  ecc.. che sui social impazzano, perché in queste poesie sono contenute le tragedie e le brutture del mondo, ma anche la bellezza, la solidarietà. Perché le parole sono salvifiche, curano. 
Ecco la forza della poesia. Dal greco poiéin, cioè produrre, fare, creare e, in senso più ampio, comporre, la poesia è, in altri termini, il frutto della creazione artistica che raggiunge vette tanto sublimi quando riesce a trasformare il dolore in bellezza estetica ed etica. 
Ci sono persone baciate dalla poesia, per la loro versatilità e velocità, come Alda Merini, che ovunque, in ogni angolo di strada, in ogni frazione della giornata, riusciva a regalare versi divini. 
Ma ci sono anche tante persone comuni senza studi alle spalle che compongono filastrocche umoristiche, divertenti, poesie sagge. In fondo la poesia può essere, è per molti, un modus vivendi, un comunicare normale e non eccezionale, come un vivere nel mondo sognando, librando in alto.  Sfatando così il detto che essere poeti è dono divino.