Attualità: L'analisi di Coldiretti Cuneo

Cereali e ortaggi devastati dalla grandine

Campi e prati sommersi ricoperti di ghiaccio, cereali e ortaggi devastati. Questi gli effetti dell’ondata di maltempo che nel tardo pomeriggio di mercoledì ha investito la Granda, con eventi estremi localizzati e danni all’agricoltura che, secondo l’analisi di Coldiretti Cuneo, riguardano soprattutto una zona circoscritta che comprende campi e coltivazioni nei Comuni di Barge, Cavour, Moretta e Cardè. 
Un’eccezionale e violentissima grandinata che ha letteralmente ricoperto il terreno di un manto di ghiaccio in pochi secondi con danni che i tecnici di Coldiretti Cuneo stanno stimando in queste ore, valutando la situazione azienda per azienda. Particolarmente colpite le coltivazioni cerealicole e orticole.
I danni sui cereali che si registrano sono importanti, in particolar modo sono stati colpiti il mais e il grano in fioritura. I cereali a paglia come orzo e grano, infatti si trovano in questo momento nella fase delicata della spigatura. Una stima quantitativa, avendo grandinato ieri nel tardo pomeriggio è ancora prematura, i danni sono comunque ingenti. 
«In queste ore – spiegano i tecnici Coldiretti – siamo al lavoro per valutare la portata dei danni che per le aziende presenti in queste porzioni di territorio sono ingenti e in molti casi hanno compromesso drasticamente la produzione di quest’anno. Per diverse aziende ad indirizzo zootecnico che alimentavano i loro animali con foraggi di propria produzione il primo taglio è andato perduto, comportando così ulteriori costi ad un comparto già provato dai rincari su mangimi e costi energetici dei mesi passati». 
«Stiamo fronteggiando le conseguenze del cambiamento climatico con una tendenza alla tropicalizzazione di lungo periodo e una più elevata frequenza di manifestazioni violente. Il risultato – evidenzia Enrico Nada, presidente di Coldiretti Cuneo – è un conto per l’agricoltura italiana di 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione e danni alle strutture e alle infrastrutture».