Io sto con gli animali di Andrea Avagnina

Camoscio in difficoltà

Ci sono giorni che iniziano male e potrebbero finire peggio. è quello che ho pensato qualche giorno fa, in occasione di una richiesta di soccorso per un camoscio ferito in valle Varaita.
Contatto gli escursionisti che mi parlano di un piccolo, probabilmente con la schiena o le zampe rotte, immobile ma vivo, a 2400 metri nei pressi di un sentiero ad un paio d’ore di cammino da Chianale e mi trasmettono le coordinate confermandomi che si tratta di una zona di facile accesso.
Con i colleghi Cristina e Piero, partiamo dotati di tutta l’attrezzatura necessaria, inclusa quella per la telenarcosi nel caso l’animale non fosse facilmente raggiungibile, anche se dentro di noi siamo consapevoli che se davvero avesse riportato lesioni irreversibili, l’unica scelta possibile sarebbe stata l’eutanasia.
Risaliamo velocemente il sentiero indicato, giungiamo a destinazione, lo individuiamo ed abbiamo un tuffo al cuore: è una femmina di un mese, immobile con la testa alzata che ci guarda:” fa che non abbia lesioni irreversibili” pensiamo tutti…
La visitiamo e non riscontriamo fratture, proviamo ad alzarla e seppure a fatica, si tiene in piedi, stremata dalle ore trascorse sotto il sole, immobile, senza la mamma e con uno scolo nasale sintomo di una infezione respiratoria
Ci abbracciamo felici, la dissetiamo e rinfreschiamo e poi la poniamo al sicuro nello zaino di Piero (una garanzia che tutti vorrebbero avere con sé in un intervento) e rientriamo a valle allertando il CRAS di Bernezzo: conosciamo benissimo la delicatezza del quadro clinico, ma in quel momento conta solo che sia viva ed assolutamente trasportabile a valle.
Il sole scende oltre le montagne, mentre il vento ci accarezza il viso portandoci l’odore buono dei larici, consapevoli che quella discesa ce la ricorderemo per sempre, felici per avere dato una possibilità di sopravvivenza a questa splendida creatura, figlia della montagna.
Buona fortuna piccolina!