Io sto con gli animali di Andrea Avagnina

Ciao Amarena

Era il simbolo del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, l’orso bruno marsicano più conosciuto in Italia e doveva il suo nome alla passione per quel frutto rosso come il sangue che ha versato pochi giorni fa, davanti ai suoi cuccioli, uccisa nella notte da una fucilata alle spalle che ha posto fine alla sua vita, condizionando pesantemente quella dei suoi piccoli, troppo giovani per poter sopravvivere da soli in natura.
Con lei se n’è andata la riproduttrice più importante del Parco, come era già successo con uno dei suoi figli, Juan Carrito, investito da un’auto lo scorso gennaio, ma con lei se ne sono andati i sogni di tutti noi che ci ostinavamo, nonostante tutto, a credere in un mondo migliore dove anche gli animali che non producono, non si mangiano e non vengono portati al guinzaglio o tenuti amorevolmente in casa, potessero essere rispettati e tutelati come prevede la legge. 
Amarena era “confidente”, un qualcosa che i selvatici non possono permettersi perché avvicinarsi all’uomo può causare problemi e riaprire conflitti mai sopiti, ma lei, come ha dichiarato il direttore del parco, non aveva mai creato problemi ed i piccoli danni che aveva causato erano stati tutti prontamente risarciti.
Non entro nel merito della vicenda giudiziaria, ma ricevere un avviso di garanzia con ipotesi di reato “uccisione di animale per crudeltà o senza necessità” (articolo 544 bis del codice penale che prevede la reclusione da 4 mesi a due anni e con l’aggravante della morte di esemplare di una specie protetta) con la prospettiva di risarcimenti sostanziosi considerato quanti si stanno costituendo parte civile, a partire dalla regione Abruzzo, l’Ente Parco e le Associazioni animaliste, non è cosa da poco senza contare le minacce ricevute per le quali è stata disposta la vigilanza rafforzata all’abitazione dell’indagato.
 Ne valeva la pena? 
Il direttore del Parco d’Abruzzo Sammarone ha dichiarato che “L’orsa Amarena ha avuto la sola colpa di incappare nell’ignoranza e nella cattiveria umana”: come dargli torto?
Adesso Amarena non c’è più e per noi, inguaribili sognatori ed innamorati di un pianeta che non ci appartiene e che non rispettiamo, l’orizzonte si è ristretto un po’ di più.