I ragazzi leggono di Mara Dompè

Mio papà dipinge parole

Il papà del giovane protagonista di questo affascinante albo illustrato fa «il lavoro più bello del mondo»: è un «tlacuilo», cioè uno scriba, colui che dà forma alle parole pronunciate dai sacerdoti del popolo azteco, così che possano essere fissate e tramandate. 
La parole, ci spiega il giovane narratore, sono farfalle trasparenti che ci passano accanto: un buon tlacuilo deve saperle acchiappare ed ascoltare. Ma deve anche saper utilizzare gli strumenti del mestiere, come i pennelli e gli inchiostri rosso e nero che passano di padre in figlio. Deve saper fabbricare la carta dei «mexica», trattando la pelle di cervo oppure la corteccia di ficus in modo da renderle sottili e resistenti: qui le parole raccolte nei libri, o «amoxtli», avranno un sonno dolce e lungo. Il tlacuilo deve raccogliere le parole nel cuore, una di seguito all’altra come una fila di formiche, senza perderne nessuna, perché quel che si scrive nei libri è un tesoro: «L’unico modo in cui chi verrà dopo di noi potrà sapere come siamo stati». 
Su tutto aleggia un’inquietudine, un sogno premonitore: navi cariche di guerrieri dalla pelle di luna in arrivo dal mare. Quei conquistadores europei che distruggeranno le civiltà della Mesoamerica. 

Sandra Siemens, 
Mio papà dipinge parole, 
illustrazioni di Amanda Mijangos, 
Caissa Italia, 16,50 euro.