Saluzzo: Martedì 6 agosto i funerali di Luciano Daniele, stroncato da un male incurabile a 60 anni

Cordoglio per Lucio

Un’esistenza in salita, scandita dalla passione per le auto, il calcio, il mare. Si può riassumere così la vita di Luciano, per tutti Lucio, Daniele di Saluzzo, deceduto all’età di 60 anni dopo lunghe sofferenze. L’uomo si è spento all’ospedale di Cuneo e martedì 6 agosto, in Cattedrale, si sono celebrati i funerali. Numerose le testimonianze di affetto e stima da parte di amici e colleghi di lavoro. Lascia un grande vuoto nelle persone che lo hanno conosciuto.
“Combattente silenzioso e coraggioso, testimone di dignità e resilienza – lo definisce l’amico e coetaneo Corrado Lauro, affidando il ricordo di Luciano ad un commovente post su Facebook -. Sei volato in cielo troppo presto, hai lasciato un segno indelebile in questa esperienza terrena non solo nei cuori dei tuoi famigliari, ma di tutti quanti ti hanno conosciuto”.
Prosegue Lauro: “Non è da tutti accettare un destino tre volte beffardo  con serafica rassegnazione e insieme con la determinazione di un leone”.  
Luciano, nato e vissuto a Saluzzo, ha lavorato per molti anni alla Ferrero anche nella sede di Bruxelles; in ultimo è stato consulente tecnico all’Azienda cuneese dell’acqua (sede di Saluzzo). 
Coltivava la passione per i motori maturata nell’officina di famiglia. Era molto conosciuto nell’ambiente rallistico: finché la salute glielo ha permesso, ha partecipato a numerose gare tra il saluzzese e l’albese come navigatore, al fianco del fratello Tino, pilota.
Era anche grande tifoso della Juventus e appassionato di viaggi, arte e storia. «Era innamorato di Nizza – ricorda l’amico Gianfranco Devalle -, ci siamo ritrovati più volte a viaggiare insieme tra la Provenza e la Costa Azzurra e abbiamo visitato mostre e mercatini della zona, in virtù della comune passione per l’arte e l’antiquariato».
Luciano lascia la moglie Teresa Solei ostetrica e attualmente coordinatrice del Centro Salute Donna dell’Ospedale di Cuneo; la figlia Francesca che vive e lavora in Francia, il paese che Luciano amava al punto da considerarlo la sua seconda patria.