Via che vai di Anna Maria Faloppa

Via delle Terre Rosse

L’antica strada vicinale, che si stacca dalla provinciale per Pagno prima dell’abitato di san Lazzaro, inoltrandosi nella collina fino a terminare nei pressi della cosiddetta villa Pratis, è da sempre conosciuta come strà dle Tere Rose. E dunque via delle Terre Rosse è l’intitolazione formale deliberata all’unanimità dal Consiglio comunale il 9.12.1982. 
Giovanni Eandi annota nella sua Statistica (vol.I-1833) che le colline saluzzesi rosseggiano per   la presenza di miche e di argille colorate dagli ossidi di ferro e che sono comuni i giacimenti di  “terre” adatte alla fabbricazione di laterizi o di stoviglie, le prime di colore bruno chiaro, le seconde di un bruno più vivace tendente al rossiccio. 
All’epoca, era importante l’immigrazione di fornaciai da mattoni provenienti quasi tutti da Ochieppo (Biella): fino a 40 operai specializzati facevano la stagione di sette-otto mesi presso le fornaci del Saluzzese, spesati di tutto e guadagnando  più di 150 lire. 
E proprio da uno di quei  modesti lavoratori discenderà il self made man on. Carlo Antonio Pivano, (1841-1911) con tutta una stirpe di onorevoli, sindaci, docenti, generali, scienziati… 
Quattro fornaci da laterizi erano censite in via di Barge, via Orba (ora via Marconi), via provinciale di Cuneo e via di Revello. La più importante era la Fornace Hoffmann della famiglia Brunetti in via di Barge, che disponeva di 14 bocche da forno e di una macchina a cilindro per la preparazione della terra destinata alla fabbricazione delle tegole; i 60 operai addetti producevano ogni anno due milioni di mattoni, 100.000 tegole, 25.000 quadrelle e 25.000 piane da soffitto.
Era invece meno rilevante la produzione fornita dai 12 operai delle due fabbriche sorte in via dell’Ospedale (ora via Spielberg), da cui uscivano solo stoviglie grossolane, “destinate all’uso del minuto  popolo e de’ contadini”. Tuttavia, avevano  posto fisso al mercato di piazza Nuova (ora piazza Garibaldi) ben 10 venditori ambulanti di maioliche e terraglie.