Saluzzo-Torino: Maverik Cesano sul set del “corto” Showtime

Costumi made in Saluzzo

Mani saluzzesi a curare i costumi del cortometraggio “Showtime”. 
È Maverik Cesano, 31 anni di Saluzzo, il costumista sul set torinese di Francesco Giardiello, con la produzione di Davide Mogna. 
«Cinque giorni intensi – racconta, dopo il lavoro sul set –. Un progetto interessante perché i costumi di punta erano orientati e specifici, trattandosi del mondo del basket». 
Laureato in fashion design, dopo la fine degli studi Cesano si è formato nelle sartorie della zona, per padroneggiare a dovere l’arte del cucito e gli aspetti più strettamente manuali del lavoro.
Stylist per aziende, dopo la pandemia si è riavvicinato a casa dove ha ripreso a studiare costumi, avvicinandosi al mondo della scena, con un primo cortometraggio che gli ha permesso di esplorare gli abiti da fine Ottocento agli anni Cinquanta. I progetti non si fermano e oggi, Cesano, iscritto alla Torino Film Commission, lavora sui costumi anni ‘50 dello spettacolo saluzzese dedicato a Magda Olivero, pronto a portare avanti una passione che nel tempo è diventata lavoro: «Bisogna dare tempo di fiorire, alle cose» sottolinea.
«Si parte conoscendo il regista o il direttore artistico per cui si lavorerà – racconta Maverik, del ruolo del costumista –. Nel momento in cui si riceve il copione, si individuano le parti strategiche e si fanno tutte le ricerche del caso. Per Showtime era importante capire che tipo di abbigliamento servisse agli allenamenti o in partita. Dopo aver raccolto le idee, ci si confronta con registi e direttori, e dopo si parte con la ricerca dei costumi tramite magazzini specifici, da modificare e adattare (o, nel caso ci sia tempo, rifarli da nuovo!)».
Quanto è importante per il costumista essere presente sul set?
«È fondamentale trovarsi prima dell’inizio delle riprese, per preparare gli attori protagonisti e gestire le comparse – racconta –. È importante cercare di far combaciare le scene tra di loro: dopo uno stacco, occorre ricordarsi come fossero vestiti gli attori, in particolari come una canotta dentro o fuori i pantaloni, oppure lacci legati o meno. Nel caso di Showtime, nelle scene con molti giocatori non era semplice!».  
Il ruolo dell’abbigliamento su un set, teatrale o cinematografico… «Va ad influire molto, soprattutto sui personaggi secondari: un dato colore o stile su una determinata persona trasmette un messaggio e un sentimento, inconsci ma specifici». 
Due “scenari” per cui ti piacerebbe curare i costumi?
«Il Settecento, con i merletti a decorare abiti dalle gonne ampissime e, nel Novecento, un’ambientazione di guerra per studiare le divise e il metodo giusto per sporcarle in modo realistico» conclude.