Fermo immagine di Alberto Abbà

Angel&Roses

Rispetto al famoso gruppo musicale, i Guns N’Roses, qui entrano gli angeli ed escono le pistole. Netto miglioramento direi.
Sì, perchè quella scultura alta più di tre metri e mezzo, rappresenta un angelo con due grandi ali. Una per avvolgere e proteggere in un abbraccio e l’altra protesa verso il futuro. Alle spalle la terra di Alta Langa, su cui sembra che il nostro angelo possa planare da un momento all’altro. 
La storia racconta che il piccolo paese di Bossolasco e i suoi abitanti accolsero negli anni della seconda guerra mondiale un gruppo di una quindicina di ebrei in fuga e diedero loro accoglienza e protezione. E come tutti quelli che proteggevano dalla razzia, a loro rischio e pericolo di vita.
L’opera venne commissionata all’artista Daniele Cazzato ed ora la si può ammirare nella piazza centrale.
Quel paese nutrito dai fiumi Tanaro e Belbo e circondato da vigneti e noccioleti (e dai più nascosti tartufi), che fu poi nominato paese delle rose, non poteva che essere quello giusto, per accogliere e per non rendere vacui profumi e petali.
Le cose non nascono per caso. Alla fine degli anni cinquanta, grazie ad un’iniziativa comunale, venne regalata una talea di rosa a tutti gli abitanti, i quali si impegnarono a piantarla davanti a casa. Ognuno la mise a germoglio e così ancora oggi, quel paese ogni anno a primavera si riveste di colori profumati. Paese che fra gli altri ebbe come ospiti Calvino, Soldati, Fenoglio e Ungaretti che gli regalò alcune sue parole, scolpite sull’epigrafe posta sul colle della resistenza poco distante. 
Ah, dimenticavo. L’angelo, nella varie rappresentazioni religiose, siamo abituati a vederlo e immaginarlo con sembianze umane. 
Invece questo angelo di Bossolasco, nella sua artistica unicità, ha la testa a forma di bocciolo di rosa. Quale, se non quella?
albiabba@libero.it