Inchiesta: Banche: come è cambiata la situazione nell’ultimo decennio. E, in divenire, ancora chiusure

È una contrazione senza freni

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Dal 2015 al 2023 si è assistito ad una vera e propria desertificazione bancaria. Un fenomeno non solo piemontese, ma che qui, complice l’elevato numero di comuni, si acuisce maggiormente. Su 489 paesi di montagna, quelli privi di sportelli sono 369 (pari al 75,5%). Nel 2015 la percentuale si fermava al 62,2%.
I paesi dotati di sportelli, nelle terre alte sono 120, contro i 185 di nove anni fa. Tanto che ad oggi la percentuale media di sportelli per comune nell’area montana si è ridotta allo 0,44%, dallo 0,73% del 2015. Gli abitanti che non possono contare neanche su un bancomat nel loro paese sono 237 mila contro i 138 mila di sette anni prima; di fatto, quasi centomila persone che si sono viste private del servizio bancario. 
Di fronte all’annuncio della chiusura, entro fine anno, di almeno tre sportelli di Intesa Sanpaolo nelle terre del Monviso, l’assessore regionale alla Montagna Marco Gallo ha convocato un primo tavolo di confronto, riunitosi mercoledì 9 ottobre al grattacielo della Regione, a Torino. Insieme a Gallo erano presenti Stefano Cappellari, presidente del Comitato Piemonte Abi (Associazione banche italiane), accompagnato dal segretario regionale Aldo Lombardo e i vertici dell’Uncem Marco Bussone (presidente nazionale) e Roberto Colombero (numero uno in Piemonte), da sempre impegnato in difesa degli sportelli nei comuni montani.

La notizia e il servizio completi in edicola sul Corriere di Saluzzo di giovedì 31 ottobre.