Io sto con gli animali di Andrea Avagnina

Daini

Da un paio di anni accarezzavo l’idea di andare a conoscere da vicino il daino, anche perché madre natura offre un’occasione davvero ghiotta con la stagione degli amori del cervo, evento per me irrinunciabile, che termina poco prima dell’inizio di quella del daino e così, eccomi qui, nel fitto di un bosco perso nell’appennino ligure, diretto verso l’arena dove i maschi difenderanno i propri harem dagli altri contendenti.
I daini, maschi e femmine, si radunano in aree ben precise denominate lek, radure che nel periodo degli amori sono piuttosto affollate, con i maschi che si scambiano avvertimenti verbali arrivando anche allo scontro fisico, fatto di scornate e spinte che dimostreranno chi dei due contendenti sia il più forte, mentre le femmine assistono ai combattimenti lanciando brevi richiami simili a miagolii: sensazioni difficili da spiegare a parole a chi non ha mai assistito ad un tale evento.
Il bramito del daino è molto differente da quello del cervo: ripetuti e brevissimi richiami che faccio fatica ad immortalare in uno scatto, abituato ai lunghi e possenti ruggiti del cervo del quale conosco ormai tutte le posture del collo e della testa in ciascuna fase del richiamo.
Poco male, grazie ai preziosi consigli della guida esperta che mi accompagna, imparo la tecnica corretta di approccio allo scatto e nel giro di poco mi sento a casa, rapito da uno spettacolo inusuale per chi come me ancora non conosceva questa specie.
Appoggiarsi ad una persona esperta, quando ci si trova a fotografare soggetti non conosciuti è fondamentale non solo per elaborare la miglior tecnica di scatto ma soprattutto per conoscere i comportamenti dell’animale ancora di più in un momento delicatissimo come quello della riproduzione quando non deve essere disturbato per nessun motivo: la smania dello scatto a tutti i costi non mi appartiene.
Di quella giornata al margine del lek ricordo i colori oro e rosso del foliage a fare da sfondo ai rituali di accoppiamento di questi magnifici cervidi, i richiami decisi dei maschi e quelli più delicati delle femmine e gli scrosci improvvisi della pioggia a farmi sentire più vivo che mai.
Ancora una volta madre natura mi stava regalando qualcosa di magico.