Fermo immagine di Alberto Abbà

Biglietto prego

Questa sera c’è una lunga fila di fronte ai tornelli. Nella stazione Centrale di Milano, per accedere ai binari e prendere il proprio treno, bisogna scansionare il biglietto su un lettore digitale e aspettare che le porte si aprano e ti facciano entrare.
Le corse dell’ultimo minuto per salire al volo non sono più ammesse, a meno di trovare il personale disposto a farti passare o la disponibilità delle persone in coda a cedere il passo per il controllo: ma molti di quelli, a quell’ora, amazzerebbero per molto meno.
Il tutto creato per migliorare quel clima già carico di allegria. 
Alcune scene da film, si consumano in ogni istante. Se sei troppo in anticipo la porta non si apre, se sei in ritardo neppure. Gli accompagnatori non possono entrare, perchè sprovvisti di biglietto e quindi potenziali passeggeri a scrocco.
Carissima Trenitalia e sorellastre varie, dopo un anno così pessimo, fra ritardi, cancellazioni, scioperi ad orologeria, che per magia sempre di venerdì e nei festivi, ci mancava pure la selezione all’ingresso, che manco per entrare in discoteca all’Evita ai tempi d’oro.
L’alta velocità è rimasta nel fare le multe, in assenza di un ceck-in, di una mancata ricevuta o timbratura. Per dovere di cronaca, qualche anima pia con cappello e divisa, in grado di valutare e non infierire ancora esiste, rara, come le frecce puntuali, in arrivo da Napoli o Salerno. 
Il risultato è di non aver risolto la presenza abusiva sui treni, dei furbetti (che ci sono) o di chi non ha nemmeno i soldi per comprare un biglietto regionale. Basta utilizzare tutte le altre stazioni sulla tratta per salire senza controlli. 
E soprattutto responsabile di aver troncato quel poco di romanticismo che restava nelle stazioni. Di chi ai piedi del treno in movimento salutava con la mano una persona che lentamente svaniva da un finestrino, bloccato.  
albiabba@libero.it