A dieci anni dalla sua scomparsa, la Fondazione Accorsi-Ometto di Torino dedica un’importante mostra retrospettiva ad una delle figure di spicco dell’arte contemporanea italiana e internazionale: Carol Rama, nata Olga Carolina Rama (Torino, 17 aprile 1918 – Torino, 24 settembre 2015).
L’esposizione sarà inaugurata martedì 15 aprile, è curata da Francesco Poli e Luca Motto e rappresenta un omaggio a un’artista che ha sempre vissuto fuori dagli schemi, tracciando un percorso personale e inconfondibile nel panorama artistico del XX secolo.
In esposizione circa sessant’anni di produzione, con oltre cento opere suddivise in otto sezioni, tese a rileggere l’evoluzione del suo linguaggio artistico, dagli acquerelli degli esordi fino alle ultime creazioni dei primi anni Duemila.
Il percorso cronologico si apre con i lavori degli anni Trenta, contraddistinti da una libertà espressiva e da contenuti audaci, per poi passare alle opere espressioniste del decennio successivo, alle sperimentazioni astratte e informali degli anni Cinquanta, fino alla celebre serie dei Bricolages, realizzata dal 1965 con materiali eterogenei e oggetti di uso quotidiano. Le sezioni successive includono dipinti legati al clima culturale della Guerra Fredda, le Gomme degli anni Settanta e la produzione figurativa degli ultimi vent’anni della sua vita, ricca di suggestioni oniriche e visioni simboliche.
All’interno della mostra è presente anche Inside Carol Rama, un progetto fotografico di Bepi Ghiotti che documenta la celebre casa-studio di via Napione. Dodici immagini restituiscono l’atmosfera dell’abitazione in cui l’artista ha vissuto e lavorato per oltre settant’anni. Un luogo frequentato da alcune delle più importanti figure della cultura italiana del Novecento, tra cui Calvino, Pavese, Berio e Casorati. Info: www.fondazioneaccorsi-ometto.it
Dal 17 aprile al 27 luglio 2025 nelle Sale Chiablese dei Musei Reali di Torino, in Piazzetta Reale, 1, è visibile “Da Botticelli a Mucha. Bellezza, Natura, Seduzione”, un’importante esposizione incentrata sulla bellezza e sul fascino del mondo femminile, da sempre al centro della produzione artistica di tutte le epoche.
La mostra, curata da Annamaria Bava e prodotta dai Musei Reali di Torino in collaborazione con Arthemisia, si sviluppa attraverso oltre 100 opere, provenienti dalle collezioni dei Musei Reali di Torino, dalle Gallerie degli Uffizi di Firenze e da altre prestigiose istituzioni, che spingono il visitatore a riflettere sul legame profondo tra arte e femminilità.
Il percorso espositivo si articola in undici sezioni tematiche che esplorano vari aspetti della bellezza, tra opere antiche e moderne, sculture, disegni e dipinti. I capolavori di Botticelli e Lorenzo di Credi, il fascino di Alphonse Mucha e le rappresentazioni iconiche di donne di Casa Savoia si alternano a opere classiche, rinascimentali e moderne, creando un raffinatissimo confronto tra tradizione e innovazione.
Tra le opere più celebri in mostra, spiccano la Venere di Botticelli, proveniente dalla Galleria Sabauda, la Dama con l’unicorno di Luca Longhi, un’opera proveniente da Castel Sant’Angelo e il Volto di fanciulla, disegno autografo di Leonardo da Vinci, esposto per la prima volta al pubblico, che costituisce un importante collegamento con il rinascimento artistico italiano.
Le indagini diagnostiche sulla Venere di Botticelli, che saranno svelate per la prima volta in questa occasione, permetteranno di scoprire i ripensamenti dell’artista, offrendo una visione più intima e approfondita del processo creativo. Un’attenzione particolare è riservata alla figura della Contessa di Castiglione, che non solo fu simbolo di bellezza, ma anche di un ingegno seducente in grado di influenzare le dinamiche politiche e sociali del suo tempo.
Il percorso si conclude con opere di Giovanni Grosso, Carlo Stratta e Cesare Saccaggi, insieme ai lavori di Alphonse Mucha, utili a definire la seduzione del corpo femminile in un’era di trasformazioni stilistiche.
La mostra è visitabile fino al 27 luglio, dalle 9.30 alle 19.30; lunedì chiuso. Info: www.arthemisia.it.