Giovani fuori sede a cura della "Redazione giovani"

Politecnico Milano, design grandi firme

Politecnico di Milano, corso ad indirizzo di Design degli interni: facoltà di grande prestigio alla quale sono iscritti anche due giovani saluzzesi, Luca Armellino e Federica Millone.
Luca, classe 1996, dopo aver vissuto i suoi primi dodici anni in Liguria, nella provincia di Savona, si è trasferito a Saluzzo con i genitori, Giovanna Griva, dipendente Albertengo, e Massimo Armellino, dipendente di un supermercato. Nella nostra città ha frequentato il liceo artistico Soleri Bertoni, scuola rivelatasi fondamentale per il suo percorso scolastico che l’ha portato nel luglio 2018 a conseguire la laurea triennale in Design degli interni a Milano, iniziando nel settembre dello stesso anno il corso di laurea magistrale in Interior and spatial design. 
Lo stesso percorso scolastico è stato intrapreso da Federica Millone, classe 1999, figlia della maestra di scuola dell’infanzia Carla Maria Abrate e del veterinario Angelo Millone. Dopo aver frequentato anche lei il liceo artistico Soleri-Bertoni, nel settembre 2018 ha cominciato il suo percorso di studi presso il Politecnico di Milano, ad indirizzo Design degli interni.
Qual è stata la molla che vi ha spinto ad andare a studiare a Milano?
Luca: «È stata una esperienza indimenticabile vissuta il quinto anno di liceo: un workshop con un’associazione che ha permesso a me, ed altri compagni di classe di esporre durante la Design week, proprio a Milano. In quell’occasione progettai sette arredi, tutti esposti in una location in zona Tortona (una delle più frequentate durante l’evento). Rimasi estremamente colpito dall’interesse della città e dei visitatori verso l’ambito del design, un susseguirsi frenetico di eventi e relazioni che mi permisero di confrontarmi con un mondo per me allora sconosciuto».
Federica: «Sicuramente l’aver frequentato il liceo artistico di Saluzzo è stato fondamentale per la mia decisione: non avessi scelto questa scuola superiore molto probabilmente non avrei fatto il politecnico. Nonostante questo durante l’ultimo anno di liceo non sapevo nulla di questa scuola ad eccezione delle parole di Luca, ed è proprio grazie a queste che mi sono convinta a voler frequentare questo corso a di Milano. Nel maggio 2018 ho dato il primo esame d’ammissione senza successo, la mia determinazione è stata però maggiore della rabbia per non aver passato l’esame, così a settembre ho riprovato… e sono qui!».
Quali le prime impressioni all’arrivo in questa università? 
Luca: «Le aspettative verso il Politecnico erano alte fin dall’inizio, sapendo di frequentare una delle migliori università in questo campo a livello mondiale. Nell’arco di pochi mesi ciò che prima facevo al liceo, oppure a casa per esercitarmi, è divenuta la mia quotidianità. Certo il metodo d’approccio alla progettazione è stato più complesso, poiché sono diventate indispensabili conoscenze di ogni tipo».
Federica: «Essendo abituata all’ambiente raccolto ed artistico del mio liceo appena sono arrivata a Milano sono rimasta delusa: il politecnico si trova in Bovisa, una zona di Milano per niente bella (mentre il test l’avevo dato in un’altra sede decisamente migliore), ricordo le lunghissime scalinate che non mi fecero certo una bella impressione. Ora ho imparato ad apprezzare tutte queste cose, sebbene a volte le aule mi paiono ancora tristi aule d’ingegneria».
Avete avuto insegnanti di fama internazionale, come vi siete trovati?
Luca: «Uno degli stimoli maggiori frequentando Design al Politecnico di Milano sono proprio i professori che vi insegnano, alcuni sono di fama internazionale come Michele De Lucchi (progettista della famosissima lampada Tolomeo, piuttosto che dell’Unicredit Pavillon a Milano o del Padiglione Zero durante l’Expo Milano 2015), Andrea Branzi (considerato tra i maggiori esponenti del design neomoderno), Ron Gilad o Enrico Baleri.»
Federica: «Purtroppo non ho ancora avuto l’occasione di assistere a lezioni di grandi nomi del design. De Lucchi ha sfortunatamente smesso di insegnare al politecnico di Milano due anni fa. Uno dei miei professori è Giampiero Bosoni, che proprio con De Lucchi ha collaborato svariate volte. Per motivi logistici non ho Luca come assistente, mi è dispiaciuto tantissimo, ma se ho bisogno di qualcosa vado da lui ed è sempre molto disponibile».
Dove abitate a Milano e quali sono i vantaggi e gli svantaggi della vita in città?
Luca: «Milano è diventata inevitabilmente la mia casa, conseguenza del tempo che vi trascorro. Ho abitato sin da subito in Bovisa, quartiere nord-ovest della città, per essere il più vicino possibile all’università ed evitare grandi spostamenti. Tant’è che ora il mio terrazzo aggetta sul cortile del Politecnico. È stata una scelta che rifarei visti i tempi stretti ed il numero di consegne richieste, nonostante la posizione non renda molto comodi gli spostamenti verso il centro della città. Scegliere questo tipo di carriera ha degli svantaggi sui ritmi di vita, notti insonni e cicli sballati, sforzi che però vengono ripagati alla fine di ogni progetto».
Federica: «Io ho fatto la scelta opposta: abitare vicino al politecnico, nonostante i prezzi d’affitto decisamente più bassi, risulta scomodo per ogni spostamento, raggiungere il centro città per visitare un museo, una mostra, piuttosto che uscire la sera o fare la spesa richiederebbe circa una ora di mezzi pubblici. I vantaggi della vita a Milano sono tanti: in sei mesi ho conosciuto più persone che in 18 anni a Saluzzoe poi hai la possibilità quotidiana di partecipare ad eventi legati al design. Tra gli svantaggi rientra sicuramente il prezzo della vita: considera ad esempio che una normale serata con gli amici può costare facilmente 100 euro. La retta scolastica è quella pubblica, noi però abbiamo tante spese legate ai materiali: ogni esame richiede un modello e le tavole, la cui stampa costa abbastanza. Nonostante tutto questo, non credo che avrei potuto trovare scuola migliore».
Pensate di ritornare a Saluzzo in futuro?
Luca: «Tornare a Saluzzo è diventato sempre più difficile a causa di diversi impegni: attualmente, oltre alle attività da studente, sono assistente in due corsi della laurea triennale di Design degli interni e ho da poco iniziato a lavorare all’interno di due studi in modo alternato. Spero però in futuro di poter seguire delle collaborazioni anche nel saluzzese vista la presenza di molte imprese nel settore».
Federica: «Attualmente torno a casa ogni fine settimana, a Milano mi trovo molto bene ma sento ancora il bisogno di ritornare a Saluzzo sia per la famiglia che per le amicizie. Spero però in futuro di trovare un lavoro che mi permetta di restare fissa a Milano, magari con l’opportunità di viaggiare senza restare chiusa in un ufficio tutti i giorni».
edoardo blua