Dal 1992 il Festival Internazionale dei Giardini della tenuta di Chaumont-sur-Loire rappresenta un importantissimo appuntamento annuale dedicato al riconoscimento della creatività contemporanea nel campo dei giardini, che raggiunge spesso punte estremamente avanzate, al limite della provocazione.
Ogni anno un certo numero di lotti (venticinque) vengono affidati a architetti, paesaggisti, artisti e botanici selezionati tra le candidature provenienti da tutto il mondo perché sviluppino in autonomia il tema guida, che cambia ad ogni edizione. A partire da “Il piacere”, argomento ispiratore della primissima manifestazione, in quasi trent’anni nei giardini di Chaumont-sur-Loire si sono susseguite suggestioni e riflessioni sui più disparati aspetti dell’arte, della cultura e della vita.
Una porzione dell’area è riservata a realizzazioni permanenti, affidata a creatori di grande esperienza e notorietà, e costituisce una progressiva raccolta di esempi di diverse sensibilità botaniche e paesaggistiche.
Un riconoscimento particolare quest’anno è andato al celeberrimo paesaggista francese Bernard Lassus, a sottolineare l’importanza e il prestigio della manifestazione.
L’edizione 2019, presieduta dal principe Amyn Aga Khan, paesaggista e appassionato d’arte, era dedicata ai “Giardini del paradiso”.
I gruppi selezionati, dei quali solo una minoranza francesi, hanno elaborato in forme diverse, tutte interessanti, le loro visioni botaniche e paesaggistiche del “Paradiso”.
Le interpretazioni so-no le più diverse, e vanno dal “Giardino che canta” in cui si ascoltano uccelli, al “Elixir floral” con le sue erbe aromatiche, al “Paradiso senza fine”, al “Giardino sospeso”, fino alla trattazione del tema dell’ambiente compromesso del “Giardino eterno”.
Tra tutti i lotti della manifestazione il più ambito, per il suoi squarcio di veduta sulla Loira, è stato con una severa selezione assegnato al giovanissimo gruppo di lavoro italiano, tutto al femminile, costituito dall’architetto Francesca Cosmai e dallo studio Lineeverdi composto dalle agronome paesaggiste Stefania Naretto e Chiara Otella.
Al gruppo, l’unico selezionato proveniente dall’Italia, è stato assegnato il premio più prestigioso della manifestazione: il Prix de la création, grazie all’apprezzatissimo progetto “Tutte le Sterlitzie vanno in Paradiso”.
Le progettiste hanno realizzato una esplosione di vitale esotismo utilizzando esemplari di banani (“musa paradisiaca”) importati dall’Italia e di strelitzias, gli “uccelli del paradiso”.
Nelle parole di Francesca Cosmai, intervistata da “la Nouvelle République”, troviamo lo spirito che ha guidato la creazione: “Ciò che proponiamo è una raccolta di queste due specie, ma in varietà diverse la cui fioritura dovrebbe susseguirsi nel corso del festival. L’uccello del Paradiso ci ha interessate per la sua forma geometrica: il nostro giardino esplora la forma dell’esagono, con i suoi sei lati, un numero emblematico; quello del carbonio nella classificazione degli elementi, alla ba-se di tutte le creature viventi… È la nostra visione ingenua del Paradiso, in cui si invita a camminare sul cielo, con una vista sull’infinito, sulla Loira ”.
Il colore, con i suoi contrasti, è un elemento fondamentale della composizione. Il verde delle piante e il giallo dei fiori si staccano dal bianco e dall’azzurro dei grandi esagoni della pavimentazione sui quali è rappresentato il cielo.
La manifestazione è aperta fino al 3 novembre 2019, e ci restano dunque ancora alcuni mesi per cogliere un’occasione di unire il piacere di una visita alla regione con l’interesse per la scoperta della particolare sensibilità mostrata dalle giovani progettiste.